domenica 30 giugno 2013

Nei periodi di grandi difficoltà personali...

In molte culture del mondo,  nei periodi in cui un'individuo vive  dei periodi molto difficili, interi villaggi o gruppi di persone si riuniscono intorno all'individuo per non farlo sentire solo. Cercano di far sentire all'individuo che non è solo ad affrontare quel momento buio della sua vita, in quanto ogni momento difficile diviene per l'anima un'elemento iniziatico...A  livello psicologico maggiore sarà il numero delle persone che danno supporto e accoglienza, più l'individuo si sentirà riconosciuto e appoggiato e meno sarà forte la tendenza a voler ripetere i meccanismi che lo hanno portato fino lì...Esistono tantissime situazioni negative in questa società moderna dove le persone a causa dell'isolamento tendono a non risolvere le loro problematiche. Questa nuova società tende addirittura a far sentire diversi e limitati, quegli individui che chiedono venga riconosciuto il loro problema la loro difficoltà. La psiche dell'uomo tende a cercare il riconoscimento delle persone come mezzo per mettere fine alla propria prova personale, l'indifferenza viene letta come un segnale negativo, che racconta al soggetto che il mondo non si è accorto di niente, quindi  si predisporrà ancora a ricreare un'altro evento negativo nella speranza di attirare l'attenzione di chi si muove intorno a lui, questo in un meccanismo del tutto incosciente.Nel mio lungo cammino personale, che mi ha portato ad avere contatti con persone che il più delle volte avevano problemi interiori molto importanti, mi sono resa conto che molto spesso la soluzione arrivava nel momento in cui, altri individui riconoscevano il problema e aiutavano la persona a rimettersi in piedi, ricreando una possibilità positiva nella vita del soggetto stesso.. Parlando condividendo il problema, la persona si sente stimolata ad uscirne fuori. L'amore il sostegno, sono fondamentali per ritrovare la forza per proseguire il cammino, la situazione si complica se chi da sostegno è finalizzato da interessi personali, questo può portare ad una manipolazione della situazione in maniera estremamente negativa per la persona in difficoltà. Attenzione quindi anche a coloro che offrono aiuto e amore, dietro può esserci qualcosa di oscuro di cui voi non riuscite ad afferrare il senso. Nella psicologia di una persona che si sente vittima vi è una tendenza a comportarsi nella vita reale come tale, apparendo debole e indifesa attira l'attenzione del sociale su di se.Tutti coloro che vogliono che venga riconosciuta la loro difficoltà sono persone fragili che soffrono profondamente dentro di loro, Queste sono quel tipo di persone che portano a termine il loro dolore solo se questo acquista agli occhi del mondo un significato più importante,la comunità in questo caso è un elemento risolutivo, per mettere fine alla prova iniziatica, senza il sostegno del sociale la prova rimane li senza senso e senza radici, non permettendo alla persona di andare oltre. Con questo si vanno a spiegare tutte quelle situazioni in cui non si riesce ad uscire da periodi pieni di problemi e negatività, che spesso vengono attribuite a malefici o malocchi inesistenti, ma da cui il soggetto si sente colpito. Il problema più evidente in cui io vedo questa mancanza di superamento della prova è nel rapporto con i propri genitori, dove persone adulte per anni, continuano a lamentarsi di quanto i loro genitori non abbiano fatto per loro o di quanto loro sia mancato. Colpevolizzando i genitori di un aiuto mancato che invece sarebbe stato dovuto loro  e di essere stati abbandonati al loro destino. La crisi di mezza età si presenta in quelle persone che non sono centrati in se stessi e che non hanno avuto nella loro vita famigliare, il sentirsi parte integrante del nucleo. Ma se vado ad analizzare questo comportamento, credo che questo sia il sintomo di un'anima non in evoluzione, ferma nella sua posizione adolescenziale se non addirittura legata all'infanzia. Un'anima che non ha continuato a camminare ma è rimasta legata all'evento che più gli ha fatto male, tutto questo mette in luce l'isolamento in cui tutti noi tendiamo a vivere e anche ad un'isolamento più ampio in cui vivono molti nuclei familiari, gruppi di persone che tendono a non avere rapporti con un gruppo più ampio che è la comunità. E' stato verificato che quando un bambino viene allevato da un gruppo più ampio di persone, oltre ai genitori, tenderà crescendo a non aspettarsi dai genitori una conferma continuativa, sviluppando una propria sicurezza personale e non pretenderà che i genitori provvedano a tutti i loro bisogni emotivi. Le società occidentali, sono società del consumo, dove gli individui cercano appagamento nella materia, il sovrappeso, acquistare in modo compulsivo abiti o cose in saldo che non verranno mai utilizzati, telefonini che vanno a sostituire quelli acquistati l'anno prima e perfettamente funzionanti, televisori, automobili...in una corsa senza fine. La cultura dell'acquisto e dello spreco,  crea un  problema di tipo economico, in quanto va ad influire sull'economia personale. Ma crea problemi anche di tipo psicologico, in quanto l'individuo non si sente appagato e con meno soldi in tasca. Abbiamo fatto cadere anche i nostri giovani in questa trappola, creando individui in formazione, che pur di avere l'ultimo modello di un telefonino, o un'abito di marca sono pronti a tutto o si sentono degli emarginati , se non riescono ad avere tutto quello che il gruppo ha. Molti di questi individui che appagano i loro bisogni spirituali attraverso le cose,  passano tantissimo tempo studiando l'articolo da comprare, come se in questo oggetto ci fossero tutte le risposte del mondo. Quindi alla fine le esperienze dolorose, ( quelle Karmiche, che hanno un significato di tipo iniziatico-evolutivo per la persona) restano in sospeso, non vengono portate a termine. Il problema più importante è che queste persone cercano una cosa ( l'amore) nel posto sbagliato, restando con un senso di malessere profondo, che li porterà ad incolpare gli altri del malessere che vivono. Davanti ad una situazione che non si risolve, o a problemi ricorrenti sempre di uno stesso tipo, le persone tendono ad abbracciare il loro dolore, completamente, facendolo loro, diventando vittime del loro vivere. Accettare un problema o una sofferenza in questo modo è molto pericoloso, e ancora più vincolante se io amo il mio dolore, come? Facendo finta che non sia così! Il più delle volte sono situazioni, che hanno a che fare con sfide personali ( trovare un lavoro, cambiare un lavoro che non si ama, lasciare una persona con cui il rapporto è finito, affrontare una malattia di cui si ha paura...),con il dolore o il conflitto con persone, diverse da noi, non riuscendo ad accettare le idee o gli atteggiamenti degli altri. Quello che ho potuto costatare è che non è tanto il problema che si vive, l'ostacolo da superare, ma la mancanza di una comunità che vada a sostenere la situazione, comprendere il problema, condividere le emozioni che l'affrontare e risolvere il problema, crea. Anche se alcune volte anche il sostegno della comunità, può non bastare, e bisogna andare a sconvolgere le abitudine che la persona vive, facendogli cambiare ambiente- il genere di persone che frequenta- quello che mangia e molti altri fattori che hanno contribuito a creare questo tipo di persona e di situazione. Se ognuno di noi, iniziasse a pensare che i problemi esistono perché noi gli permettiamo di esistere, si verificano perché noi ne abbiamo bisogno per il nostro bene, perché in  altro modo non riusciremmo mai a crescere, nel momento in cui ci assumiamo "la colpa" di tutto quello che viviamo, abbiamo tantissime possibilità di risolvere il problema stesso. Il compito da eseguire, non è come uscire il prima possibile da una difficoltà, ma leggere " il segno" di cambiamento che è contenuto all'interno del problema stesso. Quando viviamo un periodo ricco di difficoltà, la nostra anima ci sta dicendo che dobbiamo fare un passo qualitativo-evolutivo in avanti. Se una persona è capace di trasformare la propria difficoltà in un rito di tipo iniziatico, ogni difficoltà insegnerà qualcosa d'importante, ogni problema verrà risolto. Affrontare con consapevolezza un periodo di crisi personale, vuol dire non ripetere gli stessi errori, risolvere velocemente i problemi che si hanno, avere coscienza di dove la nostra anima sta andando e perché viviamo un certo tipo di situazioni e a cosa ci servono, per capire chi e cosa. Ma sopra ogni cosa a non cercare conferme negli altri, a utilizzare le difficoltà per avere affetto e amore dalle persone vicine, a trovare un proprio posto nel sociale e nel mondo, a non sentirsi vittime di un sistema, a vivere serenamente questa vita così varia ma anche così bella, ricca di emozioni che solo essendo "vivi" si possono vivere...pienamente presenti, protagonisti e non spettatori della propria vita.                

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