mercoledì 22 maggio 2013

.. Usanze e costumi legati al mondo della Magia e non...della Ciociaria.

In Ciociaria esistono usanze per curare e combattere ogni male, andiamo a vedere come, le persone semplici, i contadini in modo particolare, affrontavano ogni problema che la vita gli poneva davanti. Alcuni di questi ritrovati vengono usati ancora oggi, in modo particolare dalle vecchiette dei vari paesi...
Anche i problemi legati al mondo della Magia, trovavano soluzione nei preparati e cerimoniali di donne esperte, che liberavano l'uomo da ogni male e da ogni negatività.

I vecchi ciociari conoscevano vari tipi di "fatture", anche se non amano svelare i loro segreti. Girando per i paesi ho conosciuto un vecchio che mi ha raccontato come veniva fatta una "fattura"  ad un nemico che creava problemi. Non so se questo procedimento funzionava, perché non amo avvicinarmi al Male, in quanto in magia esiste una regola, che il male fatto torna indietro amplificato 7 volte. Nel dubbio è meglio non provare...E' più positivo vivere nella luce e nella positività... Tutto veniva fatto in un bosco, dove si attorcigliavano due o tre ramoscelli di pioppo. In mezzo ad essi si metteva una ciocca di capelli della persona, quando i rami si attaccavano l'uno a l'altro, la persona aveva dei problemi,  poteva essere liberata solo staccando i rami.
Per il mal di fegato ( mali di fegatu) quando si avevano le coliche epatiche, usavano fare i "fomenti", applicazioni locali di liquidi caldi con panni di flanella, che avevano un'azione calmante e sedativa del dolore. Oppure si facevano impiastri sulla parte con l'erba Parietaria che in dialetto viene chiamata Pallatana. Si poteva dar da bere al malato anche un decotto di Parietaria, 40 grammi di foglie in un litro di acqua, che si faceva bollire con l'aggiunta del succo di un limone,che andava consumato durante la giornata a sorsi.
Quando fischiavano le orecchie, in campagna non si pensava ad un'eventuale malattia dell'orecchio, ma si interpretava come segno di una notizia buona o "dicono di male" di chi avverte il fischio. In dialetto si dice:" Me fischiéno le recchi...pò esse cacheduno ca' sta' parlènne male de mi ",cioè mi fischiano le orecchie...può essere che quallcuno sta parlando male di me. La Magia della Parola era chiamata la Fattura, a Terelle per impedire ad un uomo di recarsi al lavoro o di compiere una data cosa, si usava fare la seguente fattura che gli si doveva pronunciare in faccia, a voce alta, con molta energia. "Tu tieni 'n capo bonu, lu fegatu bonu, lu core bonu, tieni tutto bonu, ma addemane a faticà tu nun ce và". Se il soggetto era un tipo facilmente suggestionabile, accadeva che realmente non andava al lavoro per timore che il mago gli avesse causato un danno. Ma se era scettico, andava normalmente a lavorare o compiva quello che doveva compiere. In questo caso il mago rispondeva, "Lo sapevo tu sei andato al lavoro perché tu non ci credevi" e in questo modo salvava la sua reputazione di mago.
 In caso di malocchio o occhio cattivo,si ricorreva ad una "guaritrice", che faceva sulla fronte del sofferente con il pollice destro un segno di croce dicendo:" + signo in nome de Maria, chisto male se ne va via! + Signo in nome di Gesù, chisto male se ne va giù! + Signo in nome della Santissima Trinità, Chisto malle se ne va in santità". Alcune guaritrici aggiungevano :"Secondo il Vangelo di S. Luca".
Dopo l'orazione bagnava il polpastrello del mignolo destro in una tazzina contenente olio e faceva  in modo che una goccia di olio d' oliva cadeva  dentro un piatto pieno di acqua. Se la goccia a contatto con l'acqua scompariva , spargendosi nell'acqua, significava che il malocchio era stato fatto sul serio. In questo caso l'orazione veniva ripetuta varie volte, il malocchio era  tolto solo quando la goccia d'olio restava  più o meno tonda e ben visibile nel piatto, solo allora finiva  l'orazione. Questo procedimento viene usato in modo particolare nel paese di Anagni.
Continueremo a raccontare  usanze e costumi della Ciociaria ,  lungo il nostro viaggio...

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