martedì 9 aprile 2013

Dizionario sul mondo delle scienze Occulte, della parapsicologia e dello Spiritismo.

Impronte di Fuoco- Sono impronte scure come di bruciature, per lo più a forma di dita o di mano, lasciate su abiti,libri,oggetti vari,talora anche sulla pelle di viventi, da fantasmi materializzati. Il fenomeno è abbastanza antico e l'Agiografia ne riferisce numerosi esempi. A Roma nella canonica del Sacro Cuore del Suffragio,vi è un "piccolo museo del Purgatorio" nel quale sono stati raccolti vari documenti lasciati da apparizioni di anime espianti, tra questi appaiono alcune impronte di fuoco come quelle lasciate nel 1731 dal fantasma di Padre Panzini sulla manica della camicia di suor Isabella e su di una tavoletta di legna; quella lasciata sopra un libro dalla suocera della signora Margherita Demmerlè nel 1838. Si citano anche esempi più recenti, piuttosto rari. Le impronte lasciate sulla pelle non sono dolorose e non presentano il carattere di bruciature ma un semplice annerimento.
Impronte Psichiche-Secondo un'ipotesi metapsichica,sostenuta anche in alcuni circoli spiritisti, sarebbero tracce lasciate da personalità defunte in un ambiente cosiddetto eterico e non meglio definito. L'ipotesi presuppone infatti che ogni vivente, nei vari momenti della sua vita,lasci dietro di sè una sorta di fantasma,detto anche guscio eterico,privo di coscienza e capace di essere attivato dalle energie di un medium:qualche cosa che assomiglia ad una fotografia,che vitalizzata dalle forze di un vivente, ripeta atteggiamenti propri della personalità quale era nel momento in cui viene fotografata. Si potrebbero spiegare   alcuni fenomeni di possessione in cui appaiono personalità defunte che, da un lato, presenta caratteri di identità abbastanza persuasivi, dall'altro si dimostrano incoerenti e meccaniche, legate a un dato atteggiamento e incapaci di superarlo. Non devono essere confuse con l'impregnazione psichica.

Inconscio- Sfera psichica profonda di cui l'uomo non è consapevole rimanendo essa al di sotto della coscienza. Il concetto di inconscio, già noto in filosofia, fu accolto dalla psicologia solo nel secolo scorso, quando ci si accorse che gli elementi psichici propri della coscienza non bastavano a spiegare molti fenomeni che apparivano soprattutto nelle nevrosi.Il primo a darne un quadro organico fu Sigmund Freud che ne fece il fondamento della sua dottrina, la psicanalisi. Per Freud l'inconscio è la sede degli istinti e degli impulsi primordiali, delle abitudini ataviche e acquisite, dei ricordi e delle tendenze proprie di un gruppo sociale, dei desideri respinti, o repressi, dall'individuo....Tutti questi elementi possono affiorare alla coscienza spontaneamente o per volontà dell'individuo, come ad esempio un ricordo, ma possono anche rimanere chiusi nell'inconscio come in una prigione perché l'individuo scorge in essi un pericolo per la sua pace, senza accorgersene, vieta loro il passaggio. Quando essi riescono a evadere presentandosi alla coscienza sotto vari travestimenti, si può avere una nevrosi. 
Un discepolo di Freud, che poi prese direzioni diverse fondando una propria scuola psicoanalitica, Carl Gustav Jung, distinse un inconscio personale, sede di elementi psichici derivati dalle esperienze proprie dell'individuo e un inconscio collettivo, più vasto e più profondo nel quale erano contenute le esperienze primordiali della specie umana,accumulate nel corso della sua evoluzione biologica.Queste esperienze hanno preso forma nell'inconscio collettivo formando delle immagini ancestrali, comuni a tutti gli uomini che egli chiama "archètipi". Per questo possiamo notare, in popolazioni diverse e lontanissime tra di loro, miti molto affini: ad esempio l'idea di nascita collegata all'immagine dell'acqua è un archètipo, in quasi tutte le religioni l'acqua è l'elemento primitivo da cui nasce la terra: portati dall'acqua sono molti personaggi come Mosè e Romolo e Remo. L'inconscio con le sue ancora sconosciute possibilità ed energie, è  universalmente considerato all'origine dei fenomeni paranormali,come sostenne per primo, il Myers, che lo chiamò Io Subliminale. L'inconscio collettivo di  Jung, già intuito, con diversi caratteri e con diversi significati, da Hartmann, ha suggerito ulteriori elaborazioni e metapsichisti e parapsicologi, i quali ne hanno  ampliato i confini vedendo in esso una base psichica sotterranea, inavvertita dalla nostra coscienza, ma cosciente essa stessa, grazie alla quale tutti i viventi sono in qualche modo collegati fra loro e possono comunicare.

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