lunedì 11 febbraio 2013

Carciofo e Cavolo.

Il Carciofo- Nome scientifico: Cynara Scolymus L.- Si raccoglie fra Aprile e Maggio, fiorisce in Estate- La pianta del carciofo è molto simile a quella del cardo. Già apprezzato nel XVI secolo come diuretico e afrodisiaco. Nel XVII venne usato come rimedio specifico contro l'itterizia. Le qualità terapeutiche di questa pianta vennero valutate meglio in tempi più recenti quando ci si rese conto del suo valore nella cura delle affezioni epato-biliari. Venne anche messa a punto una terapeutica basata sul carciofo, "la cynaroterapia". In questa pianta si distinguono:il fiore, costituito da un capolino di grandi dimensioni, di cui si consumano, cotti o crudi, il ricettacolo carnoso e le brattee, che vengono chiamate in modo improprio foglie. La foglia che viene utilizzata in medicina, che possiede le stesse proprietà curative del fiore. Il carciofo è permesso anche nella dieta dei diabetici. Una volta cotto si altera rapidamente, sviluppando tossine; pertanto deve essere consumato subito. E' bene sapere che è più digeribile quanto meno a lungo viene cotto. E' sconsigliato alle donne che allattano. L'infuso preparato con le foglie, di sapore molto amaro, ha un benefico effetto sul sistema cardiocircolatorio, in quanto tende ad eliminare il colesterolo dal sangue. Viene utilizzato per l'arteriosclerosi, cellulite, colesterolo, diabete, fegato, gotta, obesità, urea, vescichetta biliare.
Colesterolo- Si mettono 15 g. di foglie secche prese dal gambo in una scodella di acqua bollente. Si copre e si lascia riposare per 10-15 minuti. Si aggiunge miele, se ne berrà una tazza mezz'ora prima di ciascun pasto.
Gotta- In acqua fredda si mettono 10 g. di radici e foglie schiacciate. Si lascia riposare per 10 ore a temperatura ambiente. Quindi si riscalda e si filtra. Se ne prendono 3 tazzine al giorno.
Acido Urico- Si prepara un infuso con 30 g. di radici per un periodo di 15 giorni, se ne prenderà una tazza prima di coricarsi.


Cavolo-Nome scientifico Brassica Oleracea  L. - E' originario dell'Europa, presente allo stato spontaneo sulle alte scogliere e sulle rocce litorali della Manica, dell'Atlantico e del Mediterraneo Occidentale. Nel suo ambiente naturale la pianta è dotata di un grosso fusto semi-legnoso, più o meno grosso. Con una colorazione verde-glauca e tessuti molto carnosi. Si riconosce in questo cavolo il prototipo dei cavoli da foraggio. Dalla specie spontanea sono derivate centinaia di varietà, attualmente diffuse negli orti e nei giardini. Esistono anche cavoli ornamentali dalle foglie colorate, rosa salmone, lilla o viola ametista. Apprezzato come alimento e come rimedio da tempi immemorabili. Catone il Vecchio, vissuto nel III e II secolo a.C. lo considerava una panacea. Plinio il Vecchio, nel I secolo dell'era cristiana, lo definiva una pianta miracolosa che aveva permesso ai Romani di fare a meno dei medici per molto tempo. Un celebre medico tedesco del Rinascimento Bock, oltre a dire che il cavolo rosso era un buon vulnerario, dichiarava che l'urina di chi ne aveva mangiato era in grado di guarire i tumori esterni. E' rilevante la presenza di vitamine del gruppo C, anche se questo non spiega completamente la sua forte azione terapeutica. Ha proprietà antiscorbutiche notevoli, ma il più salutare è quello rosso da consumare crudo, anche cotto in caso di intolleranza. Viene utilizzato per l'acne, in caso di alcolismo, anemia, ascessi, astenia, bronchite, contusione, diabete, diarrea, fegato, geloni, gotta, impetigine, lombaggine, parassitosi, pelle, piaga, puntura d'insetti, reni, reumatismi, sciatica, scorbuto, ulcera, urina.
Reumatismi- Si cuociono in acqua cavolo, cipolla e carota e il succo di un limone. Si aggiungono alcune gocce di olio. Una tazza ogni ora.
Bronchite- Si bolle una foglia di cavolo senza le nervature in una scodella di latte. Si filtra e si addolcisce con miele, una tazza calda due o tre volte al giorno.

Le foto non rappresentano le piante del Carciofo e del Cavolo.
Per ogni chiarimento rivolgersi sempre ad un erborista o persona esperta, anche per le dosi e le modalità d'uso.
Facendo un uso improprio di alcune piante, si possono avere effetti collaterali anche gravi, in quanto alcune piante sono tossiche.

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